sabato 6 ottobre 2012

Ciclo di vita del software e modelli di sviluppo

Solo negli anni '70 si inizia 
a sentire l’esigenza di strutturare 
“ingegneristicamente", integrando 
pianificazione controllo e
 sviluppo documentale
Per parlare del ciclo di vita del software dobbiamo partire dall'individuazione delle caratteristiche peculiari di questo “prodotto”. Il software, infatti, non si può paragonare al generico prodotto industriale, in quanto si sviluppa e non si costruisce, e si ingegnerizza ma non si fabbrica. Le sue attività difficilmente si possono inquadrare nell’ambito del operation management. Leggi come si realizza un progetto informatico.
L’ISO/IEC 12207:2008 è uno standard internazionale, che potrebbe definirsi “di prodotto”, in cui si stabilisce  la gestione del ciclo di vita del software, e che si propone come standard di riferimento del settore. È interessante l’input generale che ha voluto dare l’ISO, guardando sia al ciclo di Deming che ai principi di integrazione del software con le strutture che lo accoglieranno. 

Processi informatici
Lo standard definisce tutte le attività svolte nel processo di sviluppo, implementazione e manutenzione del software, e suddivide i processi informatici in tre categorie:
  • Primari: le cinque attività direttamente legate allo sviluppo software (sviluppo, esercizio, manutenzione, fornitori, acquisti);
  • Di supporto: otto attività non legate direttamente allo sviluppo (i processi di qualità, la validazione, gli audit, etc.);
  • Organizzativi: sono quattro ed impattano sugli aspetti manageriali e di gestione.